giovedì 30 aprile 2009

Farfalle con zucchine e fiori di zucca


INGREDIENTI (dosi per 3 persone)
Farfalle all'uovo - 250 g
Zucchine - 3
Fiori di zucca - 2 mazzi
Cipolla - 1 piccola
Pomodori ramati maturi - 3 grossi
Prezzemolo - un ciuffo
Erba cipollina secca - 1 cucchiaio
Maggiorana secca - 1 cucchiaino
Vino bianco secco - 1/2 bicchiere
Olio extravergine d'oliva - 4 cucchiai
Sale
Parmigiano grattugiato

Tempi:
preparazione: 30 minuti
cottura: 40 minuti

Lavare le zucchine, spuntarle, eliminare tutti i semi interni e ridurle a fiammifero.
Pelare la cipolla, mondare il prezzemolo, lavarli e tritarli.
Far bollire per un minuto i pomodori, sbucciarli, eliminare i semi e l’acqua di vegetazione; ridurli a cubetti.
In un tegame versare l’olio e aggiungere le zucchine, i pomodori, il trito di cipolla e prezzemolo, l’erba cipollina e la maggiorana, il vino e un bel bicchiere d’acqua; regolare di sale e cuocere a tegame coperto e su calore moderato per 30 minuti o fino a quando le zucchine non saranno tenere, aggiungendo altra acqua se necessario e mescolando di tanto in tanto.
Nel frattempo togliere i gambi ai fiori, eliminare il pistillo interno, tagliarli a metà e lavarli con molta delicatezza, riducendoli, alla fine, in striscioline.
I fiori devono essere aggiunti al sugo appena si spegne il fornello, mescolando piano.
Cuocere la pasta seguendo le indicazioni sulla confezione, scolarla accuratamente e condirla con il sugo. Servire immediatamente con parmigiano grattugiato.

Soufflé di nocciola con zabaione alla grappa di moscato e gelato al latte di capra


PER IL SOUFFLE':
gr. 50 di farina di nocciole tostate
2 tuorli d'uovo
gr. 50 di zucchero
4 albumi
gr. 20 di zucchero
burro
gr. 10 di farina "OO"

PER IL GELATO:
gr. 500 di latte di capra
gr. 150 di zucchero
gr. 100 di panna
gr. 30 di latte in polvere
1 tuorlo

PER LO ZABAIONE:
2 tuorli
gr. 50 di zucchero
2 bicch. di grappa moscato
2 bicch. di vino moscato dolce

PREPARAZIONE:
Montare i tuorli con 50 g di zucchero, incorporare la farina di nocciole e la farina "OO" e alla fine gli albumi montati con 20 g di zucchero. Distribuire il composto in stampi da soufflé imburrati e cuocere in frno a 180° C per 10 minuti.
Per il gelato portare a 90° C il latte di capra con lo zucchero, il latte in polvere e il tuorlo d'uovo; andremo ad incorporare la panna (liquida) e faremo gelare il tutto nella sorbetteria.
Per lo zabaione monteremo i tuorli, lo zucchero, la grappa di moscato e il moscato passito in una casseruola di rame, frustando il composto energicamente su fuoco vivo. Si potrà così servire il nostro dessert con il soufflé appena sfornato, lo zabaione caldo, il gelato ed una guarnizione di frutta di stagione.

lunedì 27 aprile 2009

Filetti di pescatrice con Rosso Treviso gratinato al forno


Ingredienti per la pescatrice (4 persone):
4 piccole code di rospo da 150 gr. cadauna
1 pomodoro Pachino ben sodo e maturo
1/2 fetta di lardo conciato
olio extra vergine dei Colli trevigiani
1 spicchio d'aglio
poche gocce di olio al peperoncino
pangrattato
prezzemolo tritato
sale e pepe quanto basta
1/2 bicchiere di prosecco Spumante CANEVEL

Ingredienti per il rosso Treviso:
2 cespi di Rosso Treviso
1 bicchiere di aceto bianco CARAMEL
una manciata di sale grosso
una noce di burro
1 cucchiaio di Grana Padano
pepe quanto basta

Preparazione
Sfilettare le code di rospo ottenendo così 8 filetti. Gettare il pomodoro in acqua bolente pochi minuti, togliere la buccia, aprirlo, levargli i semi e tagliarlo a cubetti medi.
Tagliare il lardo a piccole listarelle, mettere l'olio extravergine d'oliva in una padella con l'aglio schiacciato e qualche goccia di olio al peperoncino ed il lardo. Appena l'aglio imbiondisce, levarlo dalla padella e spegnere il fuoco.
Introdurre il concassè di pomodoro ed i filetti di pescatrice rimestando energicamente, annaffiare col Prosecco e ridare fuoco moderato.
Correggere di sale e pepe fresco di mulinello ed appena asciugato il fondo di cottura, aggiungere un pò di brodo di vongole o acqua.
Dopo 6/7 minuti dall'inizio, andare a tirare il fondo di cottura con del pangrattato e cospargere di prezzemolo trito i filetti.
Prendere il radicchio, mondarlo e tagliarlo a metà per il senso della lunghezza; preparare l'acqua acidulata e salata in ebollizione, cuocere il RossoTreviso per 3/5 minuti, levarlo ed asciugarlo bene.
In una padella mettere del burro, una fettina di aglio e farli friggere un pò quindi metterci il radicchio ad insaporire su entrambi i lati; toglierlo dalla padella, adagiarlo su una pirofila da forno, spolverare di grana padano ed infornare per la gratinatura a 200° per 4/5 minuti.
Si va ad impiattare posando il RossoTreviso aperto a ventaglio al centro del piatto e posizionando i 2 filetti di pescatrice con il suo sughetto variopinto e gustoso.

domenica 26 aprile 2009

Cannolo trasparente "Canevel" ripieno con battuta di gamberi, zenzero e lime


Ingredienti per 10 persone:
1 bottiglia Canevel
10 gr. Gellan

per la battuta:
800 gr gamberi rossi di Sicilia
1 lime
10 gr. zenzero candito
sale e olio
30 gr. pane da tramezzini tostato a cubetti

Preparazione
Portare a 86° il prosecco con il gellan, versare il tutto su una placca formando un foglio spesso 2 mm.
Ricavare dei rettangoli da 12 cm per 8 cm.
Riporre al centro la battuta di gamberi condita con zenzero, buccia del lime, sale, olio e i cubetti di pane.
Richiudere i cannoli e servire su piatti rettangolari accompagnando il tutto con fiori eduli per decorazione.

sabato 25 aprile 2009

Calamaretti ripieni su letto di radicchietto e fagioli


Ingredienti per 4 persone:
24-32 calamaretti piccoli
2 calamari grandi
2 etti di radicchietto verde
200 g di fagioli cannellini ammollati
200 g di verdure miste: carote, sedano, zucchine, peperoni, sedano rapa, cipolle, tagliate a cubetti di 2 mm circa
olio d’oliva extravergine
aceto balsamico
sale e pepe

Procedimento
Non molto tempo fa (parliamo degli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale) uno dei piatti tradizionali e poco costosi della campagna veneta, specie della zona del Piave, era il radicchio con i fagioli.
Questi ultimi si preparavano in una zuppa densa, senza pasta, che veniva versata sopra le piccole foglie di radicchietto verde; si aggiungevano anche dei pezzettini di lardo cotto in padella e "spento" con un po' di aceto.
Ci siamo accorti che questo piatto, ovviamente attutito nei suoi forti sapori, si accompagnava bene con i calamari, che abbiamo preparato ripieni di una farcia composta dalle loro teste e da verdure.
Ecco quindi la ricetta, per quattro persone: si riempiono i calamari con le verdure, si cuociono i fagioli e si frullano facendo una salsa abbastanza densa con olio d'oliva, gocce di balsamico e, volendo, un po' di cetriolo crudo. Si cuociono i calamaretti al vapore (da 5 a 10 minuti a seconda della grandezza). Il piatto va composto in questo modo: distendere al centro il radicchio, poi coprire con un po' di salsa di fagioli, disporvi sopra a raggiera i calamaretti piccoli, e quelli grandi tagliati a fette nel centro; condire con una vinaigrette fatta con olio ed aceto balsamico.

mercoledì 22 aprile 2009

Risotto con le fragole


Ingredienti:

350 gr. di riso
300 gr. di fragole fresche
1/2 cipolla
1 bicchiere di vino bianco secco
1 litro e 1/2 di brodo
30 gr. di burro
olio d'oliva extravergine
sale

Preparazione:
Lavare dolcemente le fragole e metterle a scolare. Tritare finemente la cipolla e farla appassire in un tegame con un goccio di olio d'oliva extravergine. Unire il riso e farlo tostare per qualche minuto, bagnare dunque con un po' di vino bianco, una volta evaporato, versare il brodo, continuando a mescolare.
Quando mancheranno pochi minuti alla fine della cottura, unire le fragole a pezzi, mescolare e regolare a piacere il sale, unire quindi il brodo.
Finita la cottura, unire eventualmente del burro prima di servire in tavola. Ricordare che è sconsigliato unire anche del formaggio, perchè il gusto delle fragole rischierebbe di rimanere coperto.

domenica 19 aprile 2009

CREPES SUZETTE


Ingredienti:
per le 12 crespelle:
100 gr di farina
1 uovo intero e 1 tuorlo
250 ml di latte
30 gr di burro
1 pizzico di sale fino
per la ricetta:
500 gr di arance
il succo di un limone
80 gr di zucchero
50 gr di burro
1/2 bicchiere di liquore all'arancia
Fare le 12 crespelle: impastare la farina con l'uovo e il tuorlo, aggiungere il latte freddo, il sale e un cucchiaio di burro fuso. La pastella deve risultare liscia e senza grumi. Farla riposare per 30 minuti.

Sciogliere il rimanente burro in un padellino di 18/20 cm di diametro e cuocere le crepes versando 1/2 mestolo di pastella nel padellino. Cuociono solo un minuto per parte e non devono colorire troppo. Farne altre 11.

In un pentolino far bollire 1/2 litro d'acqua. Tagliare a julienne la parte arancione delle bucce delle arance e cuocerle per 3 minuti. Ripetere l'operazione per altre 2 volte cambiando ogni volta l'acqua: questo serve per far perdere l'amaro alle bucce.

Unire il succo del limone e quello delle arance e filtrarli con un colino.

In una padella mettere 6 cucchiai di zucchero e 50 gr di burro e farlo un po' caramellare, unire il succo filtrato, bollire per 3 minuti poi aggiungere i filetti d'arancia e cuocere per altri 3 minuti, poi aggiungere il liquore.

Mettere nella padella una crepe alla volta perchè si insaporisca, piegarla in 4 e metterla su un piatto da portata. Fare allo stesso modo con le altre 11 crespelle.

Versarci sopra il fondo di cottura, spolverare con un po' di zucchero e passare sotto il grill.

Scaldare 3 cucchiai di brandy con un po' d'alcool da liquori e versarlo sulle crespelle. Dare fuoco con un fiammifero e servire il piatto fiammeggiante.

venerdì 17 aprile 2009

PRIMA COLAZIONE


La prima colazione è il momento più importante di tutta la giornata, perché ci deve ricaricare dopo il digiuno notturno. Al mattino possiamo anche toglierci la voglia di qualcosa di dolce...perciò prima di andare al lavoro fermatevi e prendete energia al Ristorante Bar Autorimessa che ogni giorno appronta per voi delle deliziose prime colazioni!
La tipica colazione all’italiana è quella meglio articolata, si fa con latte, caffè, fette biscottate, marmellata, yogurt e spremuta d’arancia. Si possono operare sostituzioni senza incidere nel complesso: tè al posto del caffè, pane tostato invece delle fette, miele in luogo della marmellata, frutta fresca per lo yogurt.
Il breakfast all’americana è assai diverso. Si beve solo caffè, ovviamente all’americana, molto lungo. Oppure, in sostituzione, il tè. Il consumo del latte scivola verso il pranzo. Al posto del succo d’arancia mediterraneo, preparato con agrumi freschi spremuti, c’è l’orange juice, cioè liquido addizionato con sostanze disidratate: essenze d’arancia trattata. La parte solida è composta da pane e burro, con dolci e torte. Molti americani, però, prediligono i gusti salati: prosciutto cotto, formaggio e uova accompagnati con del pane.
Differente dagli U.S.A., la colazione in Gran Bretagna e in Germania dove la parola d’ordine è “egg and bacon”: cioè, uova e pancetta, sostanze obiettivamente più ricche di proteine e grassi. Per di più, inglesi e tedeschi prediligono le uova fritte in padella con brioche salate, cucinate insieme ai wurstel.
BUONA GIORNATA!

lunedì 13 aprile 2009

MENU DI PASQUETTA


MENU DI LUNEDI 13/04/2009

Antipasto caratteristico a base di prodotti tipici della nostra terra
Tagliatelle ai funghi porcini o con zucchine e pomodorini
Trionfo di carni miste cotte alla brace
Verdure cotte
Formaggi
insalata Mista
Frutta di stagione
Dolci fatti in casa
Caffè
Vino del Borgo
Liquori

Se presenterete questa pagina al Ristorante Autorimessa, sia a pranzo che a cena, potrete usufruire di uno sconto del 15%!!

sabato 11 aprile 2009

COLOMBA DI PASQUA


Ingredienti
• 375 gr di farina di manitoba
• 150 gr di latte
• 5 gr di lievito di birra
• 95 gr di acqua
• 5 uova
• 140 gr di burro
• 295 gr di zucchero
• 1 cucchiaino di marmellata di arance
• 1 cucchiaio di arance candite frullate
• 4 gr di sale
• semi di bacello di vaniglia
• 125 di canditi
• 25 gr di farina di mais
• 125 gr di farina 00
• 100 gr di nocciole
• 50 gr di mandorle
• zucchero in granelle

Ricetta per persone 6

Preparazione
Preparare il poolish con 5 gr di lievito di birra, 125 gr di latte, 125 gr di farina di manitoba. Fare lievitare, coperto per 8 ore circa all'interno del forno spento per evitare correnti di aria. Dopo 8 ore l'impasto si presenta con delle enormi bolle, e triplicato. Aggiungere 95 gr di acqua a 37°C unire 65 gr di zucchero e due tuorli, lavorare bene finchè il tutto non sia amalgamato. Se si ha l'impastatrice mettere il tutto dentro, se non si ha lavorare molto con le mani, aggiungere un'altro tuorlo e 70 gr di burro ammorbidito ma non sciolto. Aggiungere 250 gr di farina manotoba seracciata e lavorare molto bene. Assumerà una consistenza appicicaticcia ma non mettere farina, continuare ad impastare fino a quando la pasta non diventerà elastica. Mettere in una ciotola molto capiente coperta con uno stofinaccio, e chiusa in forno spento per 11/12 ore. L'impasto non deve prendere odore di acido. Se l'ambiente è freddo lasciare meno tempo in lievitazione. Quando si estrarrà l'impasto sarà molto gonfio, dare un pugno nel centro della pasta per sgonfiarlo, aggiungere 80 ge di zucchero un cucchiaino di marmellata, un cucchiaio di canditi frullati 25 gr di latte 2 tuorli, lavorae aggiungere un altro tuorlo, 4 gr di sale i semi di bacello di vaniglia 70 gr di burro sciolto 125 gr di canditi, aggiungere 125 gr di farina setacciata. Lavorare la pasta e lasciare riposare per 1 ora. Preparare la glassa con 100 gr di nocciole 50 gr di mandorle, 25 gr di farina di mais, 150 gr di zucchero, frullare nal frullatore aggiungere albume fino a far diventare la glassa della consistenza dello yogurt, mettere l'impasto nello stampo da colomba grande oppure due o tre di quelli piccoli, lasciando 4/5 cm per la lievitazione, mettere la glassa sopra e le mandorle. Coprire con uno strofinaccio e lasciare lievitare per un paio di ore. Quando l'impasto sarà a 2 centimetri dal bordo dello stampo versare le granelle di zucchero. Fare cuocere a 180°C per circa 50/60 minuti provare con uno stecchino ma lasciare ancora 10 minuti in forno per evitare che si formi la conca al centro.

venerdì 10 aprile 2009

E' TEMPO DI FRAGOLE


Quali sono le proprietà della fragola?
La fragola è ricca di vitamina C che, come sappiamo, rafforza le difese naturali dell’organismo, è diuretica grazie alla presenza di potassio, fa aumentare la riserva alcalina e gode di azione dissetante, rinfrescante, antiurica e depurativa. Inoltre, è particolarmente indicata per chi soffre di reumatismi e di ipertensione. Infatti, la fragola è in grado di stimolare la produzione di ormoni, che rafforzano il sistema nervoso. Infine, sono una discreta fonte di fibre, ma povere di sali minerali”.

Ingredienti: (x 4-6 persone)
4 uova
100g zucchero semolato
100g farina senza glutine
300g ricotta fresca
200g fragole a fettine
40g zucchero a velo

-Preriscaldare il forno statico a 200°;
-In una terrina sbattere le uova intere con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio, leggero e bianco;
-Imburrare una teglia rettangolare e disporvi un foglio di carta da forno, imburrare bene anche questo, versarvi il composto e infornare per 10 min.
-Nel frattempo inumidire un canovaccio e stenderlo sul tavolo;
-Togliere il pan di spagna dal forno, lasciarlo intiepidire un paio di minuti nella teglia e poi capovolgerlo sul canovaccio e avvolgerlo su se stesso come uno strudel lasciando il canovaccio all’interno;
-Lasciar raffreddare completamente a temperatura ambiente;
-Lavorare la ricotta con lo zucchero a velo in modo da renderla cremosa, se fosse troppo solida aggiungere un cucchiaio di latte; mondare le fragole e tagliarle a fettine sottilissime;
-Riprendere il canovaccio, strotolare il pan di spagna con molta delicatezza e spalmarlo con la crema di ricotta, disporvi le fragole e ri-arrotolarlo su se stesso;
-Avvolgerlo in un foglio di alluminio e disporlo in frigo almeno 3-4ore;
-Prima di servirlo, decorarlo a piacere con altre fragole o zucchero a velo.

giovedì 9 aprile 2009

L'arrosto di arista al latte
Quando il tempo è poco e le cose da fare troppe, perché non aiutarvi con una cottura veloce? Se poi volete fare un buon arrosto...allora necessitate proprio di una pentola a pressione e dell'esperienza di Clelia! La ricetta veramente semplice dell'arista non richiede neppure la vostra presenza...per almeno 20 minuti!
Difficoltà:
Tempo di preparazione: 7 minuti
Tempo di cottura dal fischio della pentola a pressione: 20 minuti


Ingredienti per 5 persone:
850 gr. di arista di maiale legata in unico pezzo
50 gr. di burro
3/4 di lt. Di latte
Sale marino q.b.

Sciogliete il burro nella vostra pentola a pressione, quando sarà liquefatto mettetevi l'arista e rosolatela a fuoco medio su tutti i lati.
Copritela con il latte e regolate di sale, chiudete la pentola e cuocete per 20 minuti a partire dal fischio (ricordatevi naturalmente di abbassare al minimo la fiamma durante la cottura!).

mercoledì 8 aprile 2009

L'UOVO DI PASQUA


L'uso di regalare uova è antichissimo. Sicuramente è legato al fatto che la Pasqua coincide con l'inizio della primavera, originariamente celebrata con riti per la fecondità ed il rinnovamento della natura. L'uovo simboleggia, infatti, la vita che si rinnova.
Nel Medioevo era tradizione regalare uova ai servitori; in Germania le uova venivano donate ai bambini insieme ad altri regali pasquali.
In alcuni paesi, come la Gran Bretagna, ogni anno a Pasqua i bambini vanno a cercare in giardino, fra l'erba e i cespugli, le uova che il dispettoso coniglietto pasquale ha colorato e poi nascosto.

Ma come si fa l’uovo di Pasqua?
Il cioccolato, mantenuto fuso in grossi contenitori con intercapedini contenenti acqua calda, viene distribuito in stampi ovali.
Gli stampi sono montati su un macchinario dotato di lunghe braccia che girano a 360 gradi, facendo contemporaneamente girare su se stesso l’uovo.
Così, per effetto della grande forza centrifuga, il cioccolato si spande sulle pareti prendendo l’inconfondibile forma ovale.
Ancora molto morbido, praticamente allo stato semisolido, l’uovo viene aperto per inserirvi la sorpresa e inviato a un altro reparto di produzione, per essere raffreddato e quindi solidificato. A questo punto il prodotto per essere confezionato.

martedì 7 aprile 2009

Zuppa di cozze

Ricette: primi piatti a base di pesce

INFORMAZIONI:
INGREDIENTI

1 Kg di cozze
5-6 mazzetti di prezzemolo
2 spicchi d'aglio, più 1 per sfregare il pane
6 pomodori maturi (600 g circa)
4 cucchiai d'olio extravergine di oliva
sale fino
4 fette di pane casereccio, tipo Altamura, Pugliese, Toscano
pepe
PREPARAZIONE

Pulire le cozze lavandole accuratamente sotto acqua corrente. Raschiare la superficie esterna della conchiglia per rimuovere eventuali incrostazioni, staccare il bisso strattonandolo con la lama di un coltello.
Lavare il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la mezzaluna su un tagliere assieme all'aglio spellato e spezzettato.
Lavare i pomodori, tagliarli a metà e privarli dei semi. Ridurre la polpa a cubetti.
Mettere in un capace tegame l'olio, il trito di aglio e prezzemolo, accendere il fuoco e farlo rosolare a fiamma media per qualche minuto.
Aggiungere la polpa di pomodoro, un pizzico di sale e far cuocere per 10 minuti a fiamma media coperto, mescolando piuttosto spesso con un cucchiaio di legno.
Nel frattempo abbrustolire le fette di pane sotto il grill del forno e sfregarle, appena ritirate, con uno spicchio d'aglio.
Unire le cozze e cuocerle a fiamma vivace fintanto che si aprono (generalmente occorrono 5-6 minuti). Mescolare di tanto in tanto.
Distribuire le cozze nei piatti con il loro sugo, mettere le fette di pane, una grattugiata di pepe e foglie di prezzemolo per decorare.

2 persone
375 Kcal a porzione
difficoltà facile
pronta in 45 minuti
ricetta light

domenica 5 aprile 2009

TORTA PASQUALINA


Torta pasqualina è il nome di una torta, solitamente salata, tipica della Liguria(più precisamente del Genovesato) che viene preparata anche in altre località d'Italia con caratteristiche differenti (talvolta anche in versione dolce). Cotta al forno, è tipica del tempo pasquale.

Preparazione
Si prepara stendendo sfoglie sottilissime di pasta preparata con farina e olio di oliva (senza lievito). La sfoglia ricavata che servirà per il fondo deve essere più grande del tegame, e, in questa fase della preparazione, pendere fuori dal recipiente. Vi stendono due sfoglie, l'una sull'altra. Indi si versa il ripieno, preparato con spinaci, bietole o carciofi (d'obbligo il carciofo spinoso violetto di Albenga) affettati sottilmente e trifolati con aglio, uova, formaggio grattugiato, sale, noce moscata, quagliata (la prescinseua del dialetto genovese), e maggiorana tritata. Nel ripieno si praticano, con l'aiuto di un cucchiaio, alcuni incavi nei quali vengono fatte cadere alcune uova intere; diventeranno sode con la cottura della torta. La tradizionale torta pasqualina è fatta solo con le bietole, poiché nel periodo pasquale i carciofi non erano a buon mercato.
Si stendono quindi le sfoglie superiori, almeno due, sottilissime, tra l'una e l'altra, unte per evitare che si attacchino tra loro, si soffia con l'aiuto di una cannuccia, in maniera da creare all'interno una camera d'aria. E si rimboccano sul bordo del tegame insieme a quella inferiore, creando una festonatura decorativa. Si cuoce nel forno. La torta a fine cottura avrà un gradevole aspetto di pienezza.
La torta pasqualina è tipica del periodo pasquale, perché è il tempo dei carciofi. Rappresenta il clou del pranzo pasquale e in passato era l'apoteosi dell'abilità delle casalinghe, che leggendariamente si narra riuscissero a sovrapporre sino a trentatré sfoglie in omaggio agli anni di Cristo.
Una variante per altri periodi prevede l'uso delle bietole o di altra verdura al posto dei carciofi.
L'esistenza della torta pasqualina genovese è documentata dal XVI secolo, quando il letterato Ortensio Lando la cita nel Catalogo delli inventori delle cose che si mangiano et si bevano. Allora era nota come gattafura, perché le gatte volentieri le furano et vaghe ne sono, ma anche lo stesso scrittore ne era ghiotto tanto da scrivere: "A me piacquero più che all'orso il miele".
Nei secoli scorsi uova e formaggio, ingredienti essenziali della pasqualina, erano alimenti che si consumavano solo nelle grandi ricorrenze.
A Ventimiglia si usano nel ripieno erbe selvatiche (caccialepre, ortica, allattalepre, songino), al posto delle bietole e della borragine.

sabato 4 aprile 2009

ALIMENTI AFRODISIACI




Con il termine afrodisiaco si intendono tutte quelle sostanze come bibite, cibo, odori, erbe, spezie, ecc. che favoriscono lo stimolo sessuale.
Taluni profumi, pietre e tessuti pregiati, sono generalmente considerati afrodisiaci, anche se in realtà non possiedono nessuna particolare proprietà in grado di rinvigorire gli appetiti sessuali.
Esistono invece diverse spezie afrodisiache utilizzate nella preparazione di cibi che possiedono un innegabile potere sulla sessualità maschile e femminile.
I cibi afrodisiaci non sono certamente un'invenzione moderna. La loro origine risale fin dalle antichità, dalla cultura Egiziana, Greca e Romana. Il termine afrodisiaco infatti data almeno 5.000 anni e deriva da Afrodite, la dea dell'amore e della bellezza venerata dagli antichi Greci. Durante le feste dionisiache l'uso di cibi stimolanti era diffuso: i Greci consumavano tartufi, uova, miele ed anche frutti di mare (secondo la tradizione la dea era nata dalla spuma del mare).
L’alcool è in grado di limitare o di annullare il controllo abituale del Super-io (che controlla a sua volta il comportamento), ma se assunto in eccesso, oltre a sollecitare le premesse "cerebrali", ostacola la realizzazione delle fantasie amorose. È provato che l'alcool crea un effetto disinibitorio che sblocca i "complessi" limitanti i più timidi, ma dietro questo effetto disinibitorio si può celare anche un intralcio organico all'atto dell'impegno fisico. Anche una cena eccessiva, con il conseguente sovraccarico digestivo, può favorire la sonnolenza più che gli ardori sessuali.
Ma possono i cibi essere realmente afrodisiaci? Esiste un rapporto fra tavola e letto?
Da una ricerca del CIRM condotta nel 1999 circa la metà degli italiani crede al potere afrodisiaco di alcuni alimenti.
Secondo la scienza medica, esiste soltanto un rapporto indiretto fra il cibo e il desiderio sessuale. L'effetto sarebbe legato più alle modalità in cui la cena viene consumata, cioè l'atmosfera, l'intimità, che ad un processo chimico nel nostro organismo. Aragoste, crostacei, tartufi, spezie e tutta una serie di cibi proposti dalla tradizione popolare come alimenti afrodisiaci, per la scienza non hanno invece nessun potere afrodisiaco.

venerdì 3 aprile 2009

Gli italiani e il vino – il primo ritratto del consumatore di vino in Italia


Il vino rimane soprattutto un piacere, da vivere con gli amici o con il partner e da scegliere rigorosamente in base ai propri gusti, anche se la discriminante prezzo è sempre più presente nei criteri di scelta.

Verona, 2 aprile 2009 - Continua l’idillio tra italiani e il nettare di Bacco: oltre sette su dieci (76,3%), infatti, dicono di apprezzare il vino, che per il 42,7% è e rimane un’abitudine quotidiana. Al fianco degli abitudinari, soprattutto tra gli under 30, prevalgono quelli che a un buon bicchiere di vino, non ci rinuncia almeno 2 o 3 volte alla settimana (17,3%). Non mancano naturalmente i veri intenditori, presenti in ogni fascia di età, ma per il 61,8% la conoscenza si limita a 5 etichette. Per tutti però la scelta di cosa bere si basa esclusivamente sul gusto personale (68,8%). Ad essere veramente conosciuti sono i vini del proprio territorio (36,3%), non a caso il primo “luogo di acquisto” sono proprio le cantine vicine a casa (40,2%), seguite naturalmente dalla grande distribuzione. In generale il prezzo influisce sulla scelta del 24% degli intervistati e per il normale consumo domestico il 53,1% non vorrebbe spendere più di 4 Euro a bottiglia. Ma cosa rappresenta il vino per gli Italiani? Per il 56,7% è soprattutto un piacere e un modo perfetto per stare bene insieme agli altri (47,2%). Non solo, è indissolubilmente legato alle occasioni speciali tanto che per il 76,9% non può mai mancare.
È quanto emerge da uno studio promosso dal Centro Studi Veronafiere-Vinitaly e condotto dalla BocconiTrovato&Partners su 1000 italiani (uomini e donne) dai 18 anni in su, intervistati sul loro “rapporto” con il vino, sulla loro conoscenza, sulle motivazioni e sulle abitudini di acquisto e di consumo.

Per tutti il vino è sinonimo di socialità e per la quasi totalità si associa al cibo

Il 76,3% degli intervistati ama il vino e per quanto riguarda le abitudini di consumo emergono tre macro atteggiamenti: gli abitudinari, per i quali il vino è un elemento imprescindibile dal quotidiano (il 42,7% dei consumatori di vino), quelli per i quali il vino si ricollega al divertimento, alla socialità e alle uscite con gli amici, che lo bevono 2 o 3 volte alla settimana (17,3%), per arrivare a quelli che lo bevono una volta alla settimana (14,3%) o due o tre volte al mese (8,7%). In questa tipologia di consumo prevalgono sicuramente gli under 30. Ci sono poi i “bevitori da anniversario”, ovvero coloro che limitano il consumo di vino ad occasioni particolari, feste comandate, ecc., gruppo in cui rientrano coloro che lo bevono una volta al mese (4,2%), o addirittura tre o quattro volte all’anno (12,8%).
Chi è che sceglie la tipologia di vino? Il vino si sceglie in “prima persona” (51,1%) e la scelta del tipo è ancora “prettamente maschile” (67,8% contro il 30,2% di donne) o la si delega agli amici (10,7%, cosa che accade soprattutto gli under 30, con il 25%).
Ma quello che conta, nella percezione degli intervistati, è che il vino è sicuramente qualcosa che viene legato alla socialità: solo il 10,7%, infatti beve anche “da solo” (13,6% uomini, 7,1% donne), mentre quasi 1 intervistato su 2 ha risposto “con gli amici” (48,8%). Per la maggior parte degli intervistati, poi, il momento canonico in cui gustare un buon bicchiere d vino rimane soprattutto il pasto, che si tratti di quello “quotidiano” e casalingo (52,6%) o che ci si trovi a cena con gli amici.

mercoledì 1 aprile 2009

Bucatini al ragù di pesce spada
PREPARAZIONE

Sciacquare il trancio di pesce spada sotto acqua corrente, togliere la pelle e, se presente, la lisca. Tagliarlo a piccoli cubetti di 1 cm di lato.
Snocciolare le olive e spezzettarle grossolanamente.
Scolare le acciughe dall'olio e tamponarle con carta da cucina per togliere il liquido in eccesso.
In una capace padella mettere l'olio, gli spicchi d'aglio spellati e le acciughe. Accendere il fuoco e far soffriggere a fiamma vivace fintanto che l'aglio non si sarà ben dorato.
Unire il pesce spada, mescolare e farlo dorare uniformemente.
Aggiungere le olive e far cuocere per un paio di minuti mescolando di frequente, quindi unire i pomodorini con il loro succo di conservazione, un pizzico abbondante di sale, una manciata di origano, amalgamare bene gli ingredienti, lasciar riprendere il bollore, coprire e cuocere per 5 minuti a fiamma media.
Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla, e saltarla nella padella del condimento per qualche minuto, girando di frequente.
Servire immediatamente con una generosa macinata di pepe.

RISOTTO al RADICCHIO


Fra il 1860 e il 1870, Francesco Van Den Borre perfeziona le tecniche dell'imbianchimento del radicchio gia' impiegate nella sua terra natale, il Belgio, con altri ortaggi.
Al 1899 risale la prima mostra annuale del Radicchio Rosso, allestita sotto la "Loggia" del Palazzo dei Trecento a Treviso. Ed anche la preparazione del riso, presente nel Veneto fin dal ‘500, conosce una sua evoluzione, venendo in questi ultimi decenni servito prevalentemente con risotto molto morbido e sempre meno in minestra.

Risotto al radicchio - Ricetta Veneta
Prendere il radicchio, mondarlo, lavarlo e tagliarlo a pezzetti.
In un tegame sciogliere il burro, unire la pancetta di maiale, la cipolla e l'aglio.
Rosolare il tutto e aggiungere il radicchio, coprire il tegame tenendo presente che bastera' l'umidita' del radicchio per portarlo a cottura.
Unire il riso, insaporirlo nella salsa, bagnare con poco vino rosso e quindi con il brodo, portarlo a cottura, mantecare con burro e grana.